Enrico Fedrighini


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Nuove idee per Milano


Questo è un lavoro volutamente incompiuto e in fase di elaborazione (gli anglosassoni lo chiamano
work in progress), aperto alla discussione e al contributo da parte di chiunque.

Uno dei mali di questo Paese è la sempre più frequente confusione di ruoli e responsabilità. Apro il ragionamento con questa premessa perché deve essere chiara una cosa: il voto dei cinque referendum sull’ambiente e la qualità della vita a Milano ha concluso un percorso molto importante, direi storico per la nostra città – la partecipazione diretta popolare nella definizione di indirizzi propositivi per il governo della città in materia di politiche ambientali – e ne ha aperto un altro, con differenti protagonisti e regole, consegnando direttamente a chi governa Palazzo Marino il compito di tradurre tali indirizzi in scelte politico-amministrative concrete; tali scelte, ovviamente, devono tener conto di una complessa serie di problematiche, interessi e vincoli generali, non risolvibili con un semplice SI o NO.

Fatta questa premessa, è del tutto evidente che le aspettative in tal senso, da parte della città di Milano, sono molto alte. Per una serie di ragioni. Prima fra tutte: l’Amministrazione si trova di fronte all’esito di un referendum, non di un sondaggio o di un test di gradimento commissionato a qualche agenzia; il voto dei milanesi, nel rispetto delle procedure di legge, ha prodotto risultati inequivocabili. Seconda ragione: la partecipazione della cittadinanza alla cosa pubblica è una risorsa preziosa da alimentare attraverso un’attenzione alle richieste e alle proposte che provengono non da questa o quella fazione, ma attraverso un percorso di mobilitazione civica nell’interesse di tutti; la politica che sa ascoltare si differenzia dal “palazzo” anche sotto questo profilo. Terza considerazione: durante la raccolta delle firme per i cinque referendum, quando alcuni cittadini mi chiedevano dubbiosi “
A cosa serve firmare?” la risposta era chiara e semplice: “A cambiare le cose e migliorare la città in cui viviamo”. E’ diffusa una forte consapevolezza della necessità di un reale, profondo miglioramento della qualità ambientale a Milano; per rispondere a questa richiesta non occorre usare la clava né assumere toni da Torquemada: è sufficiente dimostrare di saper procedere, con la tranquillità e la determinazione frutto delle scelte ragionate, per realizzare le tante cose possibili e normali che a Milano per troppo tempo sono rimaste bloccate a causa di veti, interessi particolari e poco coraggio.

Questa pagina nasce come contributo di stimolo e di aiuto alla discussione pubblica: perché è bene che una diffusa partecipazione alla cosa pubblica si accompagni a una circolazione e condivisione delle informazioni necessarie per valutare e decidere il da farsi.

Qualunque proposta è bene che nasca da un’analisi documentata del problema.
Per questo, il lavoro di indicazione di possibili provvedimenti per ridurre il traffico privato e incrementare la “mobilità sostenibile” è stato preceduto da un lavoro di ricerca sul sistema della mobilità nell’area urbana e metropolitana milanese (
Analisi della mobilità dell’area urbana).

Le proposte di interventi per ridurre traffico e smog a Milano sono state suddivise, per chiarezza, in due ambiti distinti legati ai differenti tempi (e costi) di realizzazione:
breve periodo e medio-lungo periodo. Le misure di breve periodo sono attivabili, praticamente a costo zero, nel giro di poche settimane mediante semplice ordinanza del Sindaco, Delibera di Giunta comunale o integrazioni delle prestazioni fornite dalle società controllate; quelle di medio-lungo periodo richiedono almeno un anno di tempo per completare l’iter progettuale e lo stanziamento di risorse in bilancio e comprendono gli interventi infrastrutturali (grandi opere). Ovviamente, i diversi gruppi di interventi possono essere attivati contestualmente, pur avendo differenti tempi realizzativi.
Nessun intervento, da solo, è risolutivo. Nessuna misura, da sola, può dare risposta efficace al problema. E’ necessaria un’azione sistematica e congiunta, a più livelli e con più misure avviate contestualmente, per raggiungere risultati significativi in tempi rapidi.

E’ stata inoltre aggiunta una quarta categoria di proposte, relativa a una serie di
misure stagionali da adottare, in aggiunta alle altre, durante la stagione più critica per la qualità dell’aria che respiriamo (da ottobre a marzo), quando alle emissioni da traffico si aggiungono le emissioni dagli impianti di riscaldamento e, di conseguenza, le centraline ARPA segnano con maggiore frequenza e continuità il superamento delle soglie di allarme per il particolato sottile (PM10). Qualcuno ha ancora il coraggio di chiamarla “emergenza smog”, mentre in realtà si tratta di un evento strutturalmente legato al territorio in cui viviamo: alle particolari condizioni geomorfologiche della valle del Po si aggiungono, durante la stagione invernale, situazioni meteoclimatiche che favoriscono l’accumulo e la stagnazione al suolo delle sostanze inquinanti emesse nell’atmosfera. E la danza della pioggia serve a poco: è più utile prevedere e comunicare per tempo una serie di misure da adottare, nella fase critica, per ridurre le emissioni inquinanti e tutelare la salute pubblica.

E’ stato infine aggiunto un capitolo dedicato a
proposte per la mobilità su scala metropolitana. Molti sostengono che con un adeguato potenziamento del trasporto pubblico con l’hinterland (a cominciare da treni più frequenti e meno simili a carri bestiame) si potrà ridurre significativamente il traffico privato e migliorare sensibilmente la qualità dell’aria nell’area metropolitana: sono pienamente d’accordo. Molti altri, soprattutto amministratori, denunciano la difficoltà a procedere in tal senso, a causa della perdurante assenza di un governo d’area metropolitana e della mancanza di adeguate risorse economiche destinate al trasporto pubblico: vero anche questo.
Però, fra le dichiarazioni di principio e il nulla di fatto, esiste nel mezzo tutta una serie di misure concrete - a bassissimo costo, immediata realizzazione e a forte impatto positivo - che possono essere attivate rapidamente per migliorare la situazione della mobilità con l’hinterland: anche in assenza di governo d’area metropolitana, anche in mancanza di nuovi investimenti dedicati al TPL. Ne indichiamo alcune, tanto per levare qualunque alibi a chi decide di non fare nulla.

Buon lavoro a tutti noi.

E. F.



Allegati:
Analisi della mobilità nell'area urbana
Misure strutturali per Milano nella stagione critica
Misure di breve e di medio-lungo periodo

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